lunedì 2 febbraio 2009

PINGUINI IMPERATORE: ESTINZIONE ENTRO LA FINE DEL SECOLO?

Notizie inquietanti per i pinguini imperatore. Perlomeno, per i pinguini imperatore della colonia situata a due passi dalla base francese Dumont d’Urville, nella terra di Adelia, in Antartide.

Questa colonia, scoperta il 15 ottobre 1950 da tre membri di una spedizione francese in esplorazione nella zona, è la colonia in cui è stato girato il famosissimo documentario "La Marcia dei Pinguini". Ricercatori francesi del laboratorio CNRS di Chizé, in collaborazione con colleghi americani, hanno previsto che entro la fine del secolo la colonia di Dumont d’Urville rischia di scomparire. La causa è da ricercare nell’aumento delle temperature planetarie e quindi nella scomparsa progressiva della banchisa - indispensabile alla vita e alla riproduzione dei pinguini imperatore - La notizia è apparsa sul numero del 26 gennaio della rivista Proceedings of the Academy of Sciences of the United States of America (PNAS).

I pinguini imperatore (Aptenodytes forsteri) sono uccelli marini splendidamente adattati alla vita nell’acqua e sul ghiaccio, nel più remoto, freddo e ventoso dei continenti. La loro evoluzione è iniziata milioni di anni fa, molto prima della comparsa dei più antichi ominidi. Insieme ai pinguini di Adelia (di taglia parecchio inferiore, 70 cm di altezza per 4-8 kg di peso contro 1,3 m e 20-40 kg dell’imperatore) sono i pinguini più adattati alla vita polare. La loro esistenza è legata in modo indissolubile alla banchisa (ghiaccio marino). Questa specie non sale mai a terra. Si riproduce sulla banchisa (fra aprile e luglio, nel cuore dell’inverno australe), si nutre di calamari, di pesci e di krill (un piccolo gamberetto la cui vita è legata alla banchisa) e infine compie la muta sulla banchisa. La muta è un momento delicatissimo della vita del pinguino imperatore: ogni anno, per circa 4 settimane deve restare all’asciutto, sulla banchisa -a digiuno- per cambiare tutte le penne: in quel periodo non puo’ immergersi per pescare perché il suo mantello non è impermeabile. Gli imperatori possono restare in immersione per circa 20 minuti, e scendere fino a 500-600 metri di profondità grazie alle riserve di ossigeno stoccate nei muscoli, legate alla mioglobina, una proteina simile all’emoglobina del sangue.

Il ghiaccio marino dell’Antartide è dunque fondamentale per la loro sopravvivenza. La scomparsa progressiva della banchisa, preannunciata dall’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) è una situazione quasi senza via di uscita per i pinguini imperatore. Se non saranno in grado di adattarsi ai mutamenti dell’ambiente antartico, non sopravviveranno. I ricercatori si sono basati su uno studio demografico compiuto fra il 1962 e il 2005 nella colonia di imperatori situata a poche centinaia di metri dalla base Dumont d’Urville (una delle 42 colonie di pinguini imperatore attualmente conosciute intorno all’Antartide, per un totale di circa 400.000 individui, dati degli anni 90). Dagli anni 70 ad oggi, la colonia della base francese si è ridotta del 50%, passando da 6.000 uccelli a circa 3.000 e il ghiaccio marino si è ridotto dell’11%.
Combinando lo studio demografico con i dati dell’IPCC gli autori della pubblicazione hanno calcolato che se la scomparsa della banchisa continua con il ritmo attuale, nel 2100 la colonia di Dumont d’Urville verrebbe decimata del 93% (sopravviverebbero 400 individui), con una probabilità del 36% di estinguersi completamente. Uno studio pubblicato sul settimanale Nature del 22 gennaio 2009 annuncia peraltro che nell’ultimo mezzo secolo le temperature in Antartide sono aumentate non solo nella Penisola antartica (dove l’87% dei ghiacciai è in ritiro e piattaforme di ghiaccio come quella di Wilkins si stanno frammentando ogni giorno di più), ma anche nell’Antartide occidentale. La colonia più settentrionale di pinguini imperatore si trova nella Penisola antartica : in meno di 50 anni si è ridotta da 150 coppie a 34.

Nei paraggi della base italiana nel Mare di Ross esistono due delle più grandi colonie di pinguino imperatore: la colonia di Cape Washington e di Coulman Island, con circa 20.000 individui ciascuna. Altre colonie sono presenti nel mare di Ross, fra cui una sull’isola di Ross, a Cape Crozier, dove tre compagni del capitano Scott si recarono durante la notte polare del 1910-11, per osservare la riproduzione e raccogliere delle uova con lo scopo di studiare gli embrioni. Secondo gli autori dello studio, il Mare di Ross potrebbe esere l’ultimo santuario dei pinguini imperatore.

Fotografia di Lucia Simion (c) - è vietato l'uso senza autorizzazione scritta

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