lunedì 9 febbraio 2009

LA GUERRA DELLE BALENE NELL'OCEANO AUSTRALE

Quest'anno il faccia a faccia fra la flotta baleniera giapponese e i membri dell'associazione ambientalista Sea Shepherd nell'oceano australe è stato particolarmente violento. Gli ambientalisti hanno affrontato le imbarcazioni "da ricerca" giapponesi a colpi di bottiglie colme di colorante, e i giapponesi hanno risposto con getti d'acqua ad alta pressione per tenere distanti e possibilmente affondare gli Zodiac di Sea Shepherd. Colare a picco nell'oceano australe significa rischiare la vita. La nave degli ecologisti - battezzata Steve Irwin - partita da Hobart in Tasmania il 21 gennaio scorso, è entrata in collisione due volte con imbarcazioni della flotta di cacciatori di balene, senza conseguenze preoccupanti, ma con rischi gravi per i membri dell'associazione. Nonostante ci fosse carburante a sufficienza per continuare a contrastare la flotta giapponese, Paul Watson (fondatore di Sea Shepherd e capitano della nave) ha deciso di rientrare in Australia per non mettere a repentaglio la vita dell'equipaggio e dei membri dell'associazione.

Sebbene Il mare di Ross sia stato dichiarato Santuario delle Balene e di conseguenza la caccia sia vietata, ogni anno una flotta di balenieri giappone
si entra nel santuario per massacrare impunemente fra 800 e mille balene (soprattutto balenottere minori), la cui carne viene poi scoperta sui mercati giapponesi. Negli anni passati, parecchie delle balenottere catturate erano gravide. Da notare che la caccia viene segnalata come "attività scientifica" e che sulla fiancata delle imbarcazioni giapponesi sta scritto a lettere cubitali "RESEARCH". Le "attività scientifiche" vengono compiute sparando arpioni esplosivi nel corpo o nella testa delle balene. La morte non è istantanea e i cetacei colpiti vanno incontro a una lunga agonia - fra sofferenze atroci come ci si puo' ben immaginare vedendo i video delle balene che si dibattono in un mare di sangue.
Ci si chiede com'è possibile che la comunità internazionale non intervenga in modo più marcato, con i mezzi della diplomazia e facendo la voce più grossa. Il lavoro vie
ne lasciato agli ambientalisti come Sea Shepherd, che rischiano la vita per impedire ai giapponesi di massacrare altre balene.


PER SAPERNE DI PIU':

La casa editrice Il Corbaccio ha pubblicato da poco l'opera di Peter Heller "I guerrieri delle balene", tradotto in Italiano da Maddalena Jahoda, biologa esperta di cetacei e giornalista scientifico. L'opera, di grande attualità, racconta per l'appunto le imprese delle "Whale Wars" condotte da Paul Watson e dalla sua associazione "ecoterrorista" Sea Shepherd nel'Oceano australe.

"Le mie balene" (Ugo Mursia Editore) di Maddalena Jahoda.

"Il dilemma della Sfinge" (Franco Muzzio Editore) di Giuseppe Notarbartolo di Sciara e Jeff Schweitzer.

SITO WEB DELL'ISTITUTO TETHYS

FOTO IN ALTO: AFP

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