Si chiama Alvinella pompejana, è un verme di 13 centimetri di lunghezza ed è considerato da alcuni “la creatura più termoresistente del pianeta”. Scoperto nei primi anni 80 nelle sorgenti idrotermali dell’Oceano Pacifico, è un polichete capace di vivere a temperature intorno agli 80°C grazie alla simbiosi con batteri che ricoprono una parte del suo corpo formando una sorta di "vello" dello spessore di un centimetro. Nel DNA dei batteri è stato scoperto un gene - una particolare sequenza del DNA- che induce la produzione di una proteina in grado di proteggerli da temperature troppo elevate. Proteggendo sé stessi, proteggono anche il verme. In cambio, questo secerne del muco di cui si nutrono i batteri. La scoperta è stata compiuta da ricercatori americani dell’Università del Delaware, finanziati dalla National Science Foundation, ed è stata pubblicata online il 6 febbraio su PLos genetics. La proteina prodotta dai batteri estremofili puo’ trovare un impiego nell’industria farmaceutica, tessile o alimentare. Chi riesce ad isolare (e a brevettare) il gene che codifica per quella proteina ha trovato una miniera d'oro.

A 2,5 Km di profondità è buio pesto e la pressione è di circa 250a

Nel cuore dell’Antartide, sotto a quattromila metri di ghiaccio è nascosto il lago Vostok. Finora, nessuno ha potuto penetrare le sue acque e esplorarne le profondità. Tuttavia, nella parte pù profonda delle carote di ghiaccio estratte nel passato alla base Russa Vostok (situata sopra il lago) sono state trovate tracce di un batterio termofilo. La parte più profonda delle carote di ghiaccio contiene acqua di rigelo del lago; il batterio proviene dunque dal lago Vostok. Sul fondale esistono faglie profonde, simili a sorgenti idrotermali; i batteri potrebbero formare un rivestimento sulle pareti di queste faglie. Del resto è quanto fa Nautilia profundicola: non solo forma il “vello” che riveste il dorso del verme Pompei, ma tappezza anche i “camini” delle sorgenti idrotermali. Chissà che una situazione simile non esista anche sul fondale del lago Vostok? Anche laggiù è buio profondo e la pressione atmosferica è ancora più elevata.
CREDITO FOTO: Università del Delaware.
Nessun commento:
Posta un commento