domenica 2 dicembre 2007

DA UNA BASE ALL'ALTRA

E' un po' di tempo che non pubblico nulla su questo blog, ma questo non significa che sono rimasta inattiva. Al contrario! Ho avuto parecchio da fare, fra la base Scott, McMurdo e il sito di perforazione di ANDRILL SMS. Il giorno 20-11 mi sono trasferita alla stazione italiana Mario Zucchelli, distante 350 Km da McMurdo. Appena arrivata sono andata al campo di Talos Dome, a 200 Km di distanza. Ecco il resoconto.



Talos Dome, 72° 49’ SUD – 159° 11’ EST

22 novembre 2007

Il sole splende lucido su Talos Dome, un minuscolo campo di tende e di containers perduto al confine del plateau polare, a due ore di elicottero dalla stazione italiana Mario Zucchelli a Baia Terra Nova. Qui siamo a 2.000 metri sul livello del mare e il termomentro indica - 36°C. Nell’aria luccicano milioni di cristalli di neve e all’orizzonte tutt’intorno non si scorgono che tre montagne che spuntano dal ghiaccio, come isole in mezzo al mare. Una delle tre si chiama Frontier Mountain : un nome azzeccatissimo poiché siamo proprio alla frontiera dell’immensa calotta antartica orientale, sul Rennick nevé.
Il minuscolo campo di Talos Dome ha riaperto le porte qualche giorno fa, il 17 novembre. Questa è la sua quarta stagione. Quattro Italiani (fra cui Nicola La Notte e Alberto Quintavalla) sono stati accompagnati fin laggiù da un elicottero (1h30m di volo); il giorno 19-11 li ha raggiunti con il Twin Otter il francese Philippe Possenti del Laboratorio di Glaciologia e di Geofisica dell’Ambiente di Grenoble, LGGE. Fabrizio Frascati, responsabile italiano della perforazione, e il collega Saverio Panichi sono arrivati il 20-11. Fra pochi giorni giungeranno a Talos Dome altre 4 persone, fra cui Valter Maggi dell’Università di Milano Bicocca, Responsabile scientifico della progetto. Nove abitanti in mezzo al nulla : che ci stanno a fare ?
Sono qui per proseguire un importante progetto di perforazione in ghiaccio lanciato dall’Italia nel 2002 : il progetto TalDICE, a cui partecipano anche ricercatori e tecnici Francesi, Inglesi, Tedeschi e Svizzeri.
Valter Maggi, Fabrizio Frascati, Saverio Panichi, Maurizio Armeni e Philippe Possenti sono dei veterani del progetto EPICA (European Project for Ice coring in Antarctica), che si è svolto dal 1997 al 2004 a Dome C, la località in cui è situata la stazione italo-francese Concordia. EPICA –finanziato dall’Unione Europea e da 10 paesi d’Europa- è stato uno dei progetti internazionali di maggior successo degli ultimi anni : 3,3 Km di carote di ghiaccio sono state estratte dalla calotta di Dome C. Si tratta del ghiaccio più antico finora conosciuto: racchiude l’archivio climatico degli ultimi 800.000 anni in Antartide. Ghiaccio ancora più « vecchio » (la cui età è valutata intorno a un milione di anni) si trova a Dome A, 4.200 m, il più alto duomo glaciale dell’Antartide.
A Talos Dome, la perforazione in ghiaccio è iniziata nella stagione 2005-2006 e si è fermata a 600 metri di profondità ; nella stagione 2006-2007 la perforazione è proseguita con regolarità e il 22 gennaio 2007 ha raggiunto i 1300 metri di profondità. Quest’anno restano circa 300 metri da perforare, prima di raggiungere il bedrock, ovvero la roccia – il continente – che sta nascosto sotto il ghiaccio. « Sono i più difficili », spiega Frabrizio Frascati, aggiungendo che prima di iniziare la perforazione (fra una decina di giorni) effettueranno una curva delle temperature nel pozzo. « Dovremmo trovare temperature di -18°C,
-20°C ». Se tutto procede bene, aggiunge Frascati, una volta raggiunto il bedrock si tenterà di estrarre una carota di roccia, della lunghezza di 30-50 centimetri. Sarebbe un successo, poiché finora nessuna perforazione in ghiaccio in Antartide ha potuto raccogliere carote di roccia. L’equipe di EPICA aveva dovuto interrompere la perforazione qualche metro al di sopra del bedrock : a causa del calore geotermico infatti il ghiaccio (alla temperatura di -2°C) tendeva a sciogliersi creando una poltiglia che rischiava di bloccare il carottiere sul fondo del pozzo, a oltre 3.300 metri di profondità. A Talos Dome questo problema non dovrebbe verificarsi.
Subito dopo l’apertura del campo i tecnici e le guide si sono attivati per riaprire e illuminare la trincea di perforazione, lunga la bellezza di 54 metri, larga 5,40 m e profonda 5,05 metri. E’ stata scavata tre anni fa con un gatto delle nevi da Alberto Quintavalla. La temperatura nella trincea e’ di -44°C ! E’ qui che si trova la torre di perforazione, alta 14 metri, per cui ne spuntano 8 metri all’esterno : per proteggerlo, i tecnici stanno allestendo una tenda. Il carottiere che verrà utilizzato nel corso di questa stagione è nuovo ed è stato progettato in Italia, al Brasimone, in collaborazione con i tecnici francesi del LGGE. Questo strumento – spiega Frascati - consente di variare la velocità di rotazione della testa di perforazione e la forza che viene applicata sui coltelli per tagliare il ghiaccio. Le prime carote dovrebbero essere estratte fra 10-15 giorni e la perforazione dovrebbe concludersi intorno a Natale.

Lucia Simion, in collaborazione con Fabrizio Frascati


Nelle foto: in alto, Talos Dome, le bandiere sopra l'entrata della trincea di perforazione; al centro, Giuseppe De Rossi e Nicola La Notte a Talos Dome. In basso, Saverio Panichi all'ingresso della trincea di perforazione (trasporta una scatola termica che servirà per contenere le carote di ghiaccio).

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