domenica 11 novembre 2007

ANDRILL: AL CAMPO DI PERFORAZIONE

McMurdo, Crary Lab, 11 novembre 2007

-9 gradi C
Vento 10 nodi


Eccomi di ritorno a Scott base e a McMurdo dopo aver trascorso tre giorni e due notti al campo di perforazione di ANDRILL, situato sulla banchisa del McMurdo Sound a circa 40 Km da McMurdo, posizione geografica 77° 45.488’ SUD, 165° 16.613’ EST. Oggi sono arrivati alla profondita 635 m. Sono andata con un pick-up che qui tutti chiamano semplicemente Mattracks (al posto delle ruote ha dei cingoli triangolari speciali, prodotti dalla ditta Mattracks, donde il nome…) e sono rientrata in elicottero
insieme a una dozzina di scatole metalliche contenenti le carote. Ma andiamo con ordine.
Siamo partiti da McMurdo con l’equipe di ANDRILL e dopo quasi due ore di viaggio sulla banchisa, a bordo di due Mattracks, siamo arrivati al campo di perforazione di ANDRILL SMS. Il tempo era coperto e la visibilità non era perfetta. Fino a pochi chilometri dal campo non abbiamo visto un bel nulla. Tutto bianco su bianco. Poi ecco una minuscola silouhette triangolare, simile a una tour Eiffel sulla banchisa. Ci avviciniamo e arriviamo prima a un campo di containers e di tende, dove vivono 30 persone di varie nazionalità (Neozelandesi, Americani, un’Italiana, una Tedesca, una Spagnola che vive da anni negli USA). Chi sono ? Si tratta della comunità di tecnici di perforazione (qui li chiamano « drillers ») e di scientifici (alias ricercatori) che fanno parte del team di ANDRILL SMS. I primi lavorano sodo per estrarre le carote di sedimento dal fondo del mare di Ross, che si trova ad appena 8 metri sotto ai nostri piedi, appena sotto alla banchisa che lo ricopre. I secondi compiono tutta una serie di analisi molto sofisticate sulle carote. Qui si lavora 24 ore su 24 per ottimizzare al massimo il tempo a disposizione prima che la banchisa cominci a spezzarsi, o comunque a fragilizzarsi con l’aumentare delle temperature, fra meno di un mese. Tutto il lavoro deve essere svolto entro l’inizio di Dicembre. Ci sono dunque due equipes di tecnici di perforazione e due di scientifici che si alternano: alcuni dormono di giorno e lavorano durante la « notte » e viceversa. Si incrociano solo durante il cambio del turno. Questo campo remoto, lontano da McMurdo e lontano da Scott base (anche se dotato di comodità come email o il telefono), situato fra l’isola di Ross e le montagne Transantartiche, ha un suo fascino particolare. Si abita in containers e si mangia in una tenda speciale che somiglia a un tubo tagliato a meta'. Mi ricorda tanto il campo di montaggio di Dome C, negli anni in cui si costruiva la stazione Concordia e si effettuava il progetto di perforazione in ghiaccio EPICA. La situazione era molto simile, anche se Dome C si trova sul plateau polare, dove il ghiaccio e’ spesso 3.300 m e non 8 metri come nel campo di perforazione di ANDRILL…. Come si svolge il lavoro ? In sintesi, le carote vengono estratte dal fondo del mare, tramite un carottiere protetto da una tenda bianca, che permette ai drillers si lavorare anche quando il vento soffia a 50 nodi – come è accaduto pochi giorni orsono. Le carote estratte misurano in genere 6 metri di lunghezza, sono di colore grigio, e hanno un diametro di 6,1 cm. La superficie e’ liscia. Appena estratte vengono trasferite nel laboratorio degli scientifici, situato a una cinquantina di metri di distanza. Qui i ricercatori le lavano (per pulirle dai fluidi di perforazione), le misurano, e procedono a una prima analisi e a una descrizione molto precisa della carota e delle sue caratteristiche, incluso ogni tipo di frattura (naturale o indotta dalla perforazione).
Osservare le carote appena estratte e’ particolarmente emozionante. In alcune parti ci sono rocce incluse di varia natura e di diverse dimensioni (i geologi le chiamano "clasti"), in altre sezioni ci sono fossili (che gli specialisti – fra cui il ricercatore italiano Marco Taviani – identificano come dei bivalvi, oppure dei gasteropodi), e in altre ancora c'e' sabbia o semplicemente fango. Dopo questa prima analisi, le carote vengono sezionate in pezzi da un metro ciascuna, sui quali viene effettuata una lunga serie di analisi da parte di varie equipes. L’unica italiana presente sul posto – Simona Pierdominici dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia a Roma (INGV)- ha il compito di fare lo scan della superficie delle carote, con un apposito apparecchio. Simona lavora di giorno, un collega le dà il cambio di notte.
Il turno di giorno « smonta » alle 20.00, dopo 12 ore di lavoro non-stop. Ciascuno si rimette la giaccavento, il cappello, guanti e occhiali e se le condizioni meteo lo consentono, si ritorna al campo a piedi. Altrimenti si rientra con un mezzo cingolato (li chiamano Hagglund). Venerdi’ mattina mi sono svegliata e c’era white-out, ovvero non si vedeva nulla e il vento soffiava fortissimo. La neve mulinellava dovunque attraverso il campo e fra i containers che fungono da camerette (6 posti letto ciascuna). Siamo tutti andati al campo di perforazione con l’Hagglund (distanza : circa 500 metri). La sera – o la mattina per l’equipe che lavora di notte- ci si raduna per la cena, preparata da Sara, lo chef del campo. A volte è Helen Brown, responsabile del campo, che prepara da mangiare. Ieri ci ha preparato delle ottime pizze, alcune condite con gli ingredienti più impensabili, come le capesante oppure pollo e brie….Bé : hanno avuto un successone e non ne è avanzata nemmeno una briciola. Una volta compiute tutte le analisi possibili e immaginabili, le carote vengono messe in scatole di metallo, che contengono 4 carote ciascuna. In genere, ogni 24 ore vengono estratti circa 30 metri di carote.
Se le condizioni meteo lo consentono- ogni sera un elicottero della National Science Foundation americana arriva da McMurdo per recuperare il preziosissimo carico, che viene portato al laboratorio Crary a McMurdo, dove altri ricercatori compiranno altre analisi. Vedere l’elicottero che arriva con i fari accesi e che lampeggiano, osservare i due piloti con i caschi bianchi che assistono al carico delle carote….be', sembra assolutamente incredibile, pare quasi di essere in un film....

Testo e foto: Lucia Simion

3 commenti:

gamberoantartico ha detto...

Un caro e caloroso saluto a tutti quanti. In particolare agli amici che ho il piacere di conoscere: Marco, Simona (che ho avuto come allieva proprio quest'anno al Brasimone) e alla dolce Lucia. Anche se sono parecchio distante da voi, vi sono vicino col cuore e col pensiero. Un abbraccio a tutti ed un augurio di un ottimo lavoro. Gambero

Eva ha detto...

Ciao Lucia, il tuo blog e' assolutamente impeccabile! Volevo anche ringraziarti delle cartoline che ci hai mandato dalla base italiana, davvero un bel pensiero, apprezzatissimo. Fa sempre piacere conoscere donne in gamba, toste e dolci! Buona fortuna e apresto! Un abbraccio, Eva (McMurdo)

Zangi ha detto...

Ciao Lucia, ti cercavo per invitarti ad una festa di fine anno e ti scopro in ANTARTIDE!
Non so se essere più seccato e geloso per non essere lì anche io "sul campo", o contento per te che stai vivendo l'avventura...
Spero non ti servano i miei servigi, visto che di solito servono a sbrogliare rogne impreviste.
Quando torni fatti sentire! (anche prima se torni prima del 10/12, l'invito è sempre valido!)
Lo Zangi